L’enuresi notturna adulta e il legame simbiotico con la mamma.
Una madre, una figlia e la sua bimba: tre generazioni in simbiosi ?
Uno scorrere del tempo in cui i ruoli cambiano e si intrecciano e dove non sempre il passato lascia il posto al presente.
Groviglio di pensieri e sentimenti che ci pervadono e non ci abbandonano se non solo nel nostro razocinio e che invece si irradiano nel nostro io, nel nostro inconscio.
Pensieri, tormenti e paure, il raggiungimento di una felicità che deve essere soprattutto interna ma che, invece, si rivela effimera ed insufficiente.
Vite sinottiche, donne a paragone che in comune hanno le loro debolezze, l’ incapacità a ribellarsi ad un “potere” maschile e si coalizzano in una perfetta sintonia, in una perfetta simbiosi, con il desiderio e la volontà di volerlo fare per poter riprendere il potere della propria identità femminile, ma che convinzioni e tradizioni e sottomissioni istituzionalizzati dai processi educativi, ostacolano.
Mamma che di tale ruolo ne hai tutti i connotati, madre della quale mi sono nutrita, e mi nutro, “seno buono” interminabile, donna dal cui prototipo mi sono sempre voluta sottrarre senza esiti.
Ma la mia donna “moderna”, presa dai molteplici impegni, a differenza sua, ha rifiutato la sua “sudditanza” ad un uomo, ma che in realtà stranamente lo è più di quanto non creda, ha comunque messo in me il virus inattaccabile del suo modello arcaico di relazione da sottomessa, dal quale avrei voluto allontanarmi, ma in virtù del nostro legame, lo metto in scena con estrema e spaventosa fedeltà.
Madre, ma è tra le tue braccia che cerco continuamente conforto, in quelle braccia che hanno tanto lavorato ed ancora lavorano solo ed unicamente per la famiglia e che sempre sono state pronte per un abbraccio.
Piango da una vita e non so bene il perchè, piango per cosa? Per quello che sono ed avrei voluto essere? Libera e me stessa.
Piango perché ho paura di crescere? Piango per un continuo abbraccio, piango per la mia enuresi di 40 anni, per la paura di allontanarmi da te, come se volessi essere ancora accudita tra i pannetti.
Piango, perchè il crogiolarmi in questo pianto mi appaga e ti cerca? Piango di un pianto che è solo e tutto tuo, ed è diventato mio, ed ho capito solo ora che ti manca il padre, ti manca mio padre, ti manca da una vita l’uomo, così come mancano tutti a me, che ci hanno circoscritti e solidarizzati in un mondo tutto e solo al femminile: io e te.
Angela
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