Una semplice domanda per un quesito complesso
“Mi sento come se fossi sul fondo di un burrone, mi guardo intorno,sono solo e intorno a me c’è poca luce, voglio uscirne, provo ad arrampicarmi ma le pareti sono troppo scivolose e senza neanche rendermene conto mi ritrovo sul fondo.Intorno a me voci confuse e lontane di chi vorrei sentire vicino: reagisci, se vuoi puoi farcela, dipende sola da te…veleno per il tuo udito e la tua mente, ed è proprio in quel preciso momento che capisci che la battaglia è solo la tua”
Si sente spesso parlare di depressione, termine oramai abusato e utilizzato come parola “ombrello” sotto cui si fanno confluire manifestazioni sintomatiche che tutto hanno a che fare tranne che con la depressione vera e propria.
Discorsi generalizzati, diagnosi errate, terapie farmacologiche a tappeto danno vita a fonte di fraintendimenti e sbandamenti senza fine. Una cosa è certa però, non esiste depressione se non in un contesto di una grande sensibilità e fragilità che ci fanno cogliere le diverse sfumature della vita, dalla luce per la speranza, alle ombre della sofferenza.
La nostra vita è contrassegnata nella quotidianetà da indifferenza, egoismo, noncuranza, febbrile ricerca dei beni materiali ma soprattutto dalla violenza che si esprime in mille possibili forme, difficile forse, soprattutto nella società contemporanea non aver mai conosciuto la depressione, non averla vissuta almeno una volta nella vita. Ma cosa intendiamo con il termine depressione? Forse sarebbe il caso di distinguere tra depressione esistenziale, depressione motivata e quella patologica.
La depressione esistenziale in realtà non è una malattia ma espressione di insoddisfazione, ci si sente svuotatati di interessi e iniziativa, non riusciamo più a trovare un senso alla nostra vita perchè quello che facciamo non ci riempe, non ci emoziona non ci gratifica più.
La depressione motivata invece nasce come risposta a una situazione dolorosa (lutto, cambio casa, perdita lavoro) sono dette infatti reattive, in quanto si reagisce a un cambiamento destabilizzante che si riesce con un pò di tempo ad ammortizzare, rientrando nella normalità. Nella depressione patologica è primaria la perdita di iniziativa e l’inibizione che coinvolge anche il pensiero che si arrovella sul senso di colpa, fissazioni di malattia, catastrofi finanziarie.
Manifestazioni vegetative e somatiche si esprimono con insonnia, nausea, disturbi gastrointestinali e cardiaci. Ora questa semplice distinzione sul piano teorico resa tra l’altro molto riduttiva, non è cosi realmente attuabile nella realtà clinica, per questo è fondamentale affidarsi a specialisti preparati e scrupolosi che siano in grado di effettuare la fotografia della mappa mentale del paziente prima di avventurarsi nei meandri della sua mente.
Dott.ssa Alessandra Grasso – Psicologa Clinica specialista in Neuroscienze.
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