è voglia di cambiare le superficialità l obsoleto le false regole omologanti tutto ciò che è scontato
La follia è voglia di cambiare le superficialità, l’obsoleto, le false regole omologanti, tutto ciò che è scontato
La mia prigione invisibile: la follia è solo un punto di vista per poter attuare il cambiamento. L’ elogio della follia, come innovatrice tra meraviglia e fatica per una svolta per sopravvivere alla scontatezza della logica e del normale.
La follia può diventare una finestra attraverso cui guardare il mondo e sé stessi, quanto una prigione buia e angusta in cui rimanere chiusi fino alla fine dei propri giorni.
Può essere, credo come tutte le esperienze che ci accadono nella vita, terreno perfetto su cui costruire gloriose torri che ci elevino al cielo, o il migliore in cui scavarci la più profonda delle fosse.
Io stessa mi chiedo che senso abbiano avuto il malessere, la sofferenza che fin da piccola ho imparato a conoscere come la migliore delle amiche, i cui schemi ho indossato finché son divenuti loro stessi ” la mia pelle “.
Come chiamarla? Follia? Questo è ciò che tanti professionisti mi avrebbero indotto a credere, se non mi fossi ribellata con tutta la mia anima. Fin da bambina, pur riempiendo cuscini di lacrime, pur emarginandomi da coetanei e dalla società stessa, pur percependo in me un vuoto immenso che ho cercato negli anni di riempire con qualsiasi contenuto pur di attenuarne il richiamo, sentivo che tutto aveva, DOVEVA, avere un senso.
I miei continui, ingestibili, sbalzi di umore. Le piccole pause fra l’Inferno e il Paradiso, fra l’iper e l’ipomania.Forse parlo sempre da un punto di vista insano, folle, ma ho iniziato a considerare questi limiti angoscianti come “opportunità” che la vita mi aveva concesso. Come punti di vista, finestre percettive riservate a pochi, ma che possono rivelarti segreti meravigliosi e rari.
L’ ipermania è solo uno stato patologico? E se non fosse altro, invece, che l’ energia repressa di un uomo divenuto schiavo, la volontà di riscatto dell’ essere umano nato libero e che da tempo immemorabile la società ha privato delle sue ali. L’ energia, la forza, il coraggio, l’estrema fertilità della mente, il repertorio infinito di immagini ed idee che dalla mia mente prende forma e vita, sono forse solo illusioni deliranti di una mente malata?
Io non lo accetto, mi ribello, non posso crederci, perché tutto questo è reale, la bellezza e la voglia di vita che percepisco nel cuore, quel calore del Sole così intenso e gentile da riscaldare la mia pelle senza bruciarla.
Quella serenità, quel sentirsi così intimamente legati al mondo e ad ogni sua creatura, quel bisogno quasi ingestibile,esplosivo di amare gli altri, di donare e di ricevere SONO VERI.
E non potrebbe invece l’ ipomania essere altro che il disperato, ultimo tentativo di un crudele,spietato carnefice, di non perdere la sua eterna vittima?
Tanto più l’uomo acquista consapevolezza, e forse spesso questo accade proprio all’ombra fredda di una disperata follia, tanto più il suo giogo diventa stretto.
Non potrebbe essere l’ipomania, semplicemente un’eco, un riflesso di parole, finti ingannevoli dogmi, che l’uomo ha imparato a considerare suoi, quasi proprio corredo genetico, ma non appena inizia a rivolgere attenzione, ascolto al proprio cuore, le verità rivelate sono ben altre.
E’ la società il nostro carnefice, quella parte di noi che non si accetta e che ci rende folli facendoci credere che le nostre ali, il nostro diritto alla libertà, l’estrema bellezza e semplicità della vita siano solo ideazioni,allucinazioni deliranti di una mente persa nei meandri di patologici percorsi :
IO DICO NO. NON SONO FOLLE, SONO CONSAPEVOLE… NON SONO TRISTE, AVVERTO SOLO LA NOSTALGIA DI QUELLA LIBERTA’ CHE PER DIRITTO MI , CI APPARTIENE.
Io non sono folle, sono DIVINA, ho solo bisogno del mio cielo attraverso cui dispiegare finalmente le mie ali, in cui librarmi, di abbattere i muri invisibili di questa INACCETTABILE, INVISIBILE PRIGIONE
Angela
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