LA RELAZIONE SIMBIOTICA GENITORE FIGLIO
La simbiosi in psicologia identifica un rapporto di stretta dipendenza fisica e psicologica tra due individui.
La relazione simbiotica tra genitore e figlio, è in partenza una relazione che implica risorse impari, il cui instaurarsi può costituire una forte limitazione per lo sviluppo psicologico e per il percorso verso la realizzazione di sé del figlio, dall’infanzia fino all’età adulta.
D’altro canto il genitore simbiotico, spesso disinvestito dal rapporto col partner (l’altro genitore) vede e vive il proprio figlio come un’estensione di sé, fonte di riscatto da mancate realizzazioni e veicolo quasi scontato di gratificazione delle proprie aspettative e proiezioni.
In questo senso la relazione simbiotica con il genitore si profila come una relazione di potere, oltre che di mutua dipendenza, che per certi versi potrebbe essere assimilata ad una sorta di “incesto affettivo” in cui vi è un abusato e un abusante.
Essa può comportare infatti la parziale o la totale perdita di autonomia, del senso di identità profondo, del contatto con i propri desideri del figlio, poiché i desideri dell’uno e dell’altro si confondono, in un intreccio in cui i desideri di colui che ha un apparato psichico più sviluppato, prevalgono.
Il figlio coinvolto nella relazione simbiotica cresce e si sviluppa con una sorta di seconda coscienza, la cui voce si affianca e a volte si sostituisce alla propria, una voce da cui ricerca il consenso e senza il cui consenso prova senso di colpa e rabbia…alle cui richieste e alle cui intrusioni non sa dire di no, perché quel no è il tradimento di un patto di sangue…
Una seconda coscienza che non è la sua, ma che vede e sente tutto ciò che egli fa, che egli pensa, anche l’indicibile…che giudica e commenta, da cui non può sfuggire, non può nascondersi, perché questa è nel contempo sostegno e pegno. Affettuosa e spietata.
Il figlio simbiotico è spesso nostalgico e melanconico, accompagnato permanentemente da una sorta di tristezza abbandonica per quel distacco dal ventre materno/paterno che in realtà non è mai stato realizzato e che è paventato ogni qualvolta la vita richiede un atto di indipendenza, ma anche ogni qualvoltasi instaurano o si prospettano nuove relazioni che hanno bisogno di nutrimento e che richiedono l’uscita da quella posizione simbiotica, confortevole, ma anche condanna all’immobilità e alla rinuncia ad una vita originale autonoma e indipendente.
Sciogliere la relazione simbiotica comporta certamente la rottura di un equilibrio che necessita di essere gradualmente ripristinato.
Il figlio emancipato dalla relazione simbiotica puo’ iniziare a riscoprire e a riconoscere il gusto di un dialogo interiore puro con la propria coscienza, iniziare a fare scelte libere, liberate dallo sguardo e dalla voce dell’altro, liberate anche dalla paura della separazione dal genitore, con cui può, attraverso un opportuno accompagnamento, ristabilire una relazione diversa, alla pari, una relazione finalmente da “adulto”.
Sintesi a cura di:
Dott.ssa Laura Cecchetto
Tirocinante di Psicologia
presso Studio Burdi
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