Eva Contro Eva
E la rivalità tra donne
La rivalità femminile trova le sue origini direttamente all’ interno della relazione madre – figlia – padre. Essa rappresenta una negoziazione emotiva nascosta e silenziosa tra chi deve contendersi l’ oggetto amato dell’ unico uomo di famiglia.
La rivalità tra donne è generazionale, e viene tramandata di madre in figlia, essa può avere origini centenarie. Freud fa coincidere la sua formazione con l’ insorgenza del complesso di Elettra della bambina innamorata del padre, che vede nella mamma, la sua primaria rivale affettiva, sottrattrice di attenzioni.
La rivalità, dapprima, viene percepita come esclusione, dopo come abbandono, melanconia e se perdura, come depressione e rabbia. Le donne rivali hanno una base comportamentale tendenzialmente orientata verso l’ aggressività.
Animate da rancori ancestrali , protagoniste, come attrici da Oscar, di pettegolezzi maligni , perfidi sotterfugi hanno spesso come fine, di distruggere la Vittima, sminuirla , calunniarla attraverso una tale perfidia al punto tale da mettere in pericolo la rivale, ignara dell’ anima spregevole. Questa è l immagine della “ donna “ in competizione, attraverso la quale si compie il delitto del genere femminile che porta a legittimare la cultura del maschilismo .
Donne spietate , aggressive distruttive incapaci di creare legami autentici, sinceri e sani sia in famiglia che con amiche e colleghe.
Cosa spinge a tale rivalità ? Atteggiamenti quali il
prevalere, vincere la sfida, attraverso un continuo mettersi a confronto con madri, sorelle, amiche/ nemiche, colleghe ammirate , l’ obbiettivo reale della rivale è il suo tentativo di farti uscirne sconfitta.
Ciò che muove le “ donne in competizione “ e’ il loro vedersi perdenti già in partenza, in un continuo paragonarsi all’ altra. Tali “donne “perdono di vista il loro reale obiettivo e il loro “Se“, divengono macchine da guerra, donne contro Donne, esse sono il loro vero ostacolo, la loro vera minaccia viene rappresentata da lontane ferite di una mamma irrisolta, a sua volta aguzzina, che non ha saputo instaurare un legame positivo capace di rinforzare quella piccola donna che necessitava di manifestazioni di rassicurazione, approvazione e affetto.
In questo processo di rivalità tra le donne, prende un posto fondamentale l’ atteggiamento della madre. Una madre con attaccamento insicuro verso il suo padre conteso, manifesterà un attaccamento morboso verso il proprio compagno, tale da escludere la figlia. Questa esclusione avvia la formazione di quel processo di rivalità al femminile.
È l’ esclusione dall’ oggetto amato che scatenerà tra le due donne quella lotta chiamata ompetizione.
Quando assistiamo a certe dinamiche relazionali aggressive tra donne, apparentemente motivate, in genere, dovremmo poter pensare alla presenza di una forma di rivalità madre figlia a prescindere.
Una donna sposata reduce di una rivalità contro la propria madre, possiede una irrefrenabile tendenza di reiterarla verso la sua suocera, conflitto molto
dilagante e comune nelle nostre società. La rivalità viene agita e dispensata socialmente e ad ampio raggio, ogni volta che sia la figlia che la mamma competitor, relazioneranno con il mondo femminile. Verso di esso verrà proiettato un disagio originario sotto forma di aggressività passiva, diretta o indiretta, attraverso critiche, giudizi, pettegolezzi in triangolazioni e violenze.
Da qui una continua rivalità e aggressività, spesso non esternata in modo chiaro ed esplicito ma sottile di cui la rivale non ha coscienza di mettere in atto, spesso negata dinanzi all evidenza, si risolve in un continuo non fidarsi delle proprie presenze femminili, si trasformano in competizione e concorrenza persino verso un uomo. Gli uomini incastrati all’ interno delle rivalità femminili, sviluppano forme di evitamento, tradimento e fughe dalla relazione, con la conseguente difficoltà di credere in una relazione futura duratura .
Cosa assicura ad una “Eva contro Eva“ il superamento di una competizione patologica, assicurandosi la felicità ? La capacità di vedere il proprio problema nella sua origine, sciogliere i nodi con la madre, e affrontare una competizione sana , ricreando una solidarietà nel quotidiano con le altre Donne e di avere la consapevolezza di scegliere per se stesse degli obbiettivi da raggiungere , attuando una nobile e gioiosa cooperazione e divenendo in tal modo tutte eroine “Eva per Eva” , pronte a migliorare il mondo .
angela ciulla
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