Ciò che possiamo fare, è accettare la nostra natura umana, la nostra psicologia che è fatta così, è alla ricerca continua, tentando di non essere troppo severi con noi stessi e con gli altri
Salve Dr. Burdi,
a proposito della newletter “Disturbi relazionali compulsivi“, pubblicata sul sito www.psicologo-psicoterapeuta-roma.com, di Roma, ho compreso che non sono alla ricerca dell uomo della vita da quando ho 20 anni, ma solo negli ultimi anni, è come se avessi perso di vista il mio istinto per pianificare il futuro, come se avessi paura di qualcosa!
In effetti ho paura di rimanere sola, ma non senza un uomo, ma solo senza famiglia, perché sono figlia unica, perché da sempre sono terrorizzata dal perdere mamma e papà, perché nonostante abbia un buon rapporto con mia cugina, che è quasi una sorella, io non saprò mai cosa significa averne una e fare affidamento su qualcuno! lo stesso uomo che potrei un giorno avere accanto non mi tranquillizzerebbe.
Io non ho bisogno delle persone, quindi i miei rapporti non falliscono perché io cerco di soddisfare un bisogno, forse è il contrario, ho così tanto, che sono perenonemente insoddisfatta, nella misura in cui, quello che cerco io, un uomo non me lo potrebbe dare! E nel frattempo da qualche anno a questa parte, oscillo tra ragione e sentimento nei rapporti, confondendo i piani e regredendo, invece di crescere, perché mi confondo sempre più le idee e passo periodi di serietà e periodi di pazzie! Chiaramente non facendomi per nulla sentire a posto con la mia coscienza! Io faccio solo del male a tutti a me stessa e agli altri!
Oggi ad esempio, esco con un ragazzo da un paio di mesi e ci sto bene, ma stiamo litigando molto e da una settimana sento una curiosità verso un altro completamente diverso e mi sento in colpa perché l’ altro ragazzo comunque mi cerca.
Non posso essere così instabile e cambiare idea, che poi ancora non riesco a capire se sono gli altri che mi esasperano o sono io che non accetto il compromesso nella relazione e mi dico che sono una viziata anche nei sentimenti.
Quello che penso io è di mantenere le mie resistenze ed essere responsabile delle mie scelte e azioni, fintanto che il rapporto è in equilibro non pretendo sempre il massimo, forse questo è stato un periodo di eccessivi scontri e mi fa riflettere, infondo sono solo due mesi e mezzo che ci conosciamo! Oppure è proprio all’ inizio che si scoprono le carte e ci si mostra !
Teresa
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Teresa, a chi non piace la vita e le attenzioni degli altri? E’ generalizzata la questione. Vogliamo conoscere e non fermarci mai, per cercare il meglio, e ne abbiamo diritto, ma a volte siamo lo specchio dell’ educazione ricevuta, cioè severi con noi stessi perché allo stesso tempo vogliamo darci ordine e ci limitiamo. Ciò che possiamo fare, è accettare la nostra natura umana, la nostra psicologia che è fatta così, è alla ricerca continua, tentando di non essere troppo severi con noi stessi e con gli altri, non prendendo poi tutto per oro colato, ma considerando come vero oro, noi.
Dipende da noi essere disponibili nel farci o meno delle concessioni, perché il “viziarci” è un atto di edonismo e ci fa un gran piacere e non fa mai male, possiamo godere ció che abbiamo o dirci basta, o accettiamo, vogliamo e desideriamo ciò che abbiamo, o decidiamo di andare fino in fondo comprese le responsabilità e le condivisioni delle sofferenze comuni, oppure continuare l’ interminabile ricerca edonistica. Ma d’altra parte tutto ciò che è iniziale è edonistico, accettare e superare il seguito rende più sicuri ma solo fino all’ estremo di non farsi male.
D’ altra parte è la ricerca che ci rende sempre più prepotentemente giovani, anche se poi decidiamo di diventare saggi, godendo ciò che abbiamo scelto, ma immancabilmente mantenendo la porta semi chiusa, per puro istinto di sopravvivenza.
giorgio burdi
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