IL PROBLEMA È LA SOLUZIONE.
Quando tocchi il fondo, inizia la salita.
“Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e ad uscirne vivo.
“Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato”
così recita il passo di un libro dello scrittore giapponese Haruki Murakami, ed è così che mi sento io, solo che io so come ho fatto ad attraversare la tempesta: con la psicoterapia di gruppo.
Ero in uno stato di profonda prostrazione fisica e psicologica, a causa della gravissima e improvvisa crisi del mio matrimonio, in preda ad una grande sofferenza interiore che mi logorava.
Una vita intera trascorsa con un’unica donna da quando ero solo un’adolescente, una donna che aveva scaricato su di me delle problematiche sessuali che io, per inesperienza, per insicurezze profonde e anche per scarsa autostima non ero riuscito ad affrontare e che avevo subito per anni.
Ad un tratto lei sembra averle risolte con il suo amante e, da quel momento in poi, sono stato offeso, respinto, buttato nella pattumiera, vilipeso nei miei sentimenti più profondi, lasciato in mezzo ad una strada perché ormai inutile, sentendomi ripetere come un mantra “rifatti una vita, perché io non ti voglio più!”, così, all’improvviso.
Io rifarmi una vita? Io che in vita mia non avevo mai dormito se non con lei, io che dipendevo completamente da lei, io che non avevo una mia identità al di fuori della mia famiglia.
Io che, purtroppo, continuavo ad avere quelle insicurezze che poi avevano portato al fallimento del mio matrimonio. Ero disperato, distrutto, mi vedevo solo, in preda ai miei mostri, che popolavano notti insonni, contro cui nulla potevano gli ansiolitici.
Fu così che ho deciso con coraggio di rivolgermi al dr.Burdi e alla psicoterapia, sono trasecolato quando mi è stata proposta la psicoterapia di gruppo, la ritenevo assurda, ma è stato proprio lì, nel rispecchiamento con gli altri che ho trovato la forza di andare avanti.
Speravo di salvare il mio matrimonio, non ce l’ho fatta, ma, cosa molto più importante, ho salvato me stesso. Ho guardato in faccia le mie paure, le mie insicurezze, ho creduto nel gruppo e nello psicoterapeuta anche quando non ci credevo, ho eseguito il percorso anche quando non ne ero convinto, solo così ho creduto in me stesso.
Nel giro di alcuni mesi ho ottenuto qualcosa che forse non avrei mai ottenuto, se non dopo anni di sofferenza. Ho capito che il mio problema era la soluzione, sono andato a vivere da solo, ho imparato a badare a me stesso, ho reciso ogni legame con quella che era diventata solo una dipendenza affettiva.
Ho mantenuto integro il mio ruolo di padre, ho capito che amo la vita e voglio viverla, mi sono avvicinato ad un’altra donna instaurando una relazione intima più sana, stupendo anche me stesso e mettendo di nuovo insieme i cocci di quei sentimenti che mi erano stati fatti a pezzi.
Ho cambiato amici, ho intrapreso nuovi hobby, mi sono aperto al mondo e alla gente, ho raggiunto quel sano egoismo che prima non mi apparteneva, ho imparato a vivere l’ “hic et nunc”, “l’ora e l’adesso”, senza pensare troppo all’angosciante futuro.
E’ così che ho attraversato la mia tempesta, in effetti non so se l’ho attraversata del tutto, a volte resta il timore di tornare al punto di partenza, ma ripeto a me stesso che questo non è possibile.
Solo con una potente autostima si può vivere serenamente la propria vita, solo credendo in se stessi, ce la si può fare, anche quando tutto sembra perduto.
P.S. Mi è costato molto scrivere queste righe, ho pianto per la commozione mentre lo facevo, perché ho rivisto la mia triste e dolorosissima storia scritta nero su bianco, ma l’ho fatto, perché non ho più paura, perché spero che possa servire agli altri, a chi crede che tutto sia perduto, a chi vede tutto nero, a chi non spera più e invece non sa che proprio il problema è la soluzione.
Simone
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