LE ETICHETTE
Dal dizionario:
Designazione astratta o di comodo per classificare semplicisticamente una persona o una cosa.
Ognuno di noi, fin quando non decide di smettere di identificarsi con esse, ha addosso delle etichette. Etichette che ci indossano indossano gli altri, ma anche etichette che ci mettiamo noi stessi.
Ma davvero l’essere umano, nella sua complessità, può limitarsi a definirsi “semplicisticamente” con qualche termine comune in tutti gli anni della sua esistenza?
Ci sono etichette che facciamo davvero fatica a toglierci di dosso e che condizionano ogni passo che potremmo fare e che non facciamo perché diciamo a noi stessi “io sono così non riesco, non posso, non devo”.
Etichette che ci portano ad avere dei comportamenti più o meno a lungo che non rappresentano il nostro essere.
Ci tengono in gabbia, in schemi fissi che consideriamo immutabili.
Spesso, l’idea di cambiare, di uscire da questi schemi , da queste “etichette” ci fa più paura della situazione che stiamo vivendo, che per quanto possa essere dolorosa, ormai è “casa” e pensiamo che sicuramente fa meno male di cosa ci potrebbe essere al di fuori.
Ogni singola esperienza, reazione, relazione, emozione, seppur in piccola parte ci cambia, e quindi davvero le persone o noi stessi possiamo definirci in modo permanente? Possiamo davvero avere addosso delle etichette come dei prodotti?
Siamo complessi, mutiamo, evolviamo ogni singolo giorno.
Spesso, siamo così concentrati a guardare cosa pensano gli altri, che non ci rendiamo conto del nostro cambiamento, non riusciamo ad ascoltarci e restiamo fermi con l’idea di noi del passato invece di guardare a noi del presente.
Lasciamo agli altri la libertà di decidere noi chi siamo e crediamo più agli altri che a noi stessi.
E’ anche vero che ci sono persone meravigliose che possono guardarci nel profondo e possono vedere ciò che noi non riusciamo a vedere di noi stessi nei periodi più bui, ma ci saranno anche persone che proveranno a spegnerci ancora di più.
Ma noi possiamo decidere chi ascoltare , cosa tenere addosso e cosa togliere, cosa ci rappresenta davvero e cosa no.
Il fatto stesso di cambiare atteggiamento e modi di fare con le diverse persone che frequentiamo e che incontriamo nella nostra vita, ci fa comprendere forse, che non siamo una cosa sola e che ognuno ci vede un po’ come vuole e che l’importante è riconoscersi, riconoscere se stessi in tutti i vari passi della vita.
Non avere paura di uscire da questi schemi, di guardarti dentro e di vedere e riconoscere il tuo cambiamento, di farti vedere cambiato, di essere incoerente con le tue idee o comportamenti di qualche anno,mese,giorno, ora, attimo prima.
E se hai paura, vai incontro alla paura.
Guardati, immergiti, ti riconosci? Sei semplicemente “il te stesso” di ora.
Domani chissà cosa sarai.
Io il mio viaggio interiore per riconoscere e far conciliare ogni singola parte di me nella mia vita, nel qui e ora, l’ho iniziato un po’ di tempo fa, e ho la fortuna di essere accompagnata da due grandi fari,scelti non credo per caso, e da un gruppo meraviglioso in continua evoluzione.
A questi due fari una grande “etichetta” però vorrei metterla, solo per farvi comprendere una piccolissima e impercettibile parte di ciò che sono e che rappresentano nel mio percorso, ma non credo esista ancora una parola così grande. Vedere ogni settimana la mia e l’evoluzione di tutto il gruppo, è una delle emozioni più grandi. Mi auguro di “lavorare” un giorno con la loro stessa grande passione che trasmettono a pieno e che si può vedere nei loro occhi.
Anna Bombacigno
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