Relazioni apatiche: quando l’indicibile diventa crisi
La quotidianità frenetica, l’evoluzione di situazioni e il sopraggiungere di nuove dinamiche, spesso, diventano fattori determinanti che minano l’equilibrio di coppia, gli stessi su cuiinnalzare delle barriere di comunicazione: ma quali sono le vere motivazioni per cui una relazione amorosa entra in crisi? Da una più attenta analisi, le ragioni che scaturiscono una rottura interna alla coppia sembrano essere le seguenti:
1. l’evoluzione e il cambiamento di uno solo dei due partner: una relazione non rappresenta affatto un’entità statica ed immutabile, e testimonianza di questa continua dinamicità che investe il rapporto risiede anche nel cambiamento, magari repentino e radicale, dei propri bisogni individuali; se però cambiano in due direzioni opposte o magari in momenti diversi, può capitare che la variazione stessa non venga accolta positivamente come sfida evolutiva, bensì come minaccia all’apparente stabilità raggiunta, sradicando definitivamente la fragile armonia su cui reggeva la coppia;
2. la rottura del patto implicito: l’unione di due individui pare inizialmente fondarsi sulla base di alcune “condizioni” che non vengono dichiarate apertamente, ma restano “non dette, implicite, date per scontate”, corrispondenti ad un personalissimo immaginario amoroso che non troverà alcuna applicazione nel reale. Ci si aspetta dall’altro che si comporti in un dato modo, si nutrono dei desideri silenziosi, che se vengono disattesi portanoinevitabilmente alla crisi di una relazione per nulla appagante;
3. mancato svincolo dalla famiglia d’origine da parte di uno dei due partner: di frequente si assiste ad un’interferenza importante della famiglia originaria all’interno della vita della coppia, che ne invade confini, libertà decisionale e privacy. La coppia stessa, priva di autonomia dinanzi il fardello di una presenza assai ingombrante, finirà col subirne le conseguenze rovinose;
4. eventi troppo stressanti: misurarsi nel quotidiano con accadimenti impetuosi quali malattie, motivi economici, luttisignifica rapportarsi con difficoltà concrete, capaci di richiedere un nuovo e complesso assetto di coppia, spesso irraggiungibile;
5. sindrome da trascuratezza della coppia: l’assenza di stimoli e una routine poco entusiasmante imprigionano la relazione in un’apatia stagnante, che fa della confort zone la morte di ogni tentativo di gioco e passionalità gratificante. La coppia, nella propria comoda abitudine, regredisce alla luce di una fallimentare disonestà dialogativa.
A quali sintomi è bene prestare attenzione, prima che sia troppo tardi? Tendenzialmente al termine crisi viene comunemente data un’accezione negativa, dimenticando l’opportunità di cambiamento, di evoluzione e di crescita che ogni crisi, invece, implica nella sua carica eversiva.
Ogni coppia attraversa nella sua storia diversi momenti di crisi: saperli riconoscere e indagarne le cause, farà si che la relazione ne tragga reale beneficio evolutivo, sintesi per altro di una gestione adulta e consapevole dell’implacabile divenire che determinano bisogni e sentimenti individuali in movimento.
Momenti di crisi, in genere, subentrano non solo dal verificarsi di un unico evento scatenante, pensiamo per esempio alla nascita di un figlio o alla perdita di un genitore di uno dei due partner, maanche dalla concomitanza e dalla complessità data da più fattori, determinando una difficoltà nella relazione che perdura nel tempo, a cui la coppia non trova le risorse o gli strumenti adeguati per far fronte, cosicché ogni mossa relazionale intrapresa naufraga dinanzi una robusta criticità, avvertita sempre più come impossibile da risolvere.
Ognuno gioca, infatti, all’interno della propria relazione un ruolo cruciale di cui deve avere piena responsabilità come coprotagonista attivo; viversi il rapporto con l’altro tenendo conto della propria unicità, salvaguardando un sistema personale di gratificazione così come i propri desideri e le proprie ambizioni, lasciando che queste trovino libera espressione anche nella forma di un valore aggiunto per l’altro.
La trasparenza nel rapporto è la chiave di una buona relazione: l’incomunicabilità d’altro lato, l’appiattimento della propria singolarità per adeguarsi ad uno standard di coppia poco rappresentativo, consegnare all’atro un’immagine fittizia per timore di guardarsi dentro, determinerà il lento epilogo di un rapporto falsato che sopravvive di occulto, strascichi di memoria e apatia avvilente.
Un accanimento terapeutico nei confronti di quello che può ben definirsi “malato terminale”. Il calo del desiderio sessuale, l’apatia, possono essere sintomi di un rapporto d’amore ormai finito?
Il desiderio sessuale è, a tal proposito, un indicatore da non sottovalutare circa la salute della coppia stessa. Nel corso del tempo, la relazione di coppia si trasforma, i bisogni e i ritmi di vita cambiano e muta anche l’equilibrio sessuale: una relazione viziata finirà con l’attribuire normalità ad un’insoddisfazione e una repressione sessuale ormai cronicizzata; l’astinenza passionale indebolirà ancor più la coppia, divenuta contenitore – trappola di convivenza e convenienza rispetto a tutto ciò che è inconfessabile.
Il sesso, quindi, può essere una conseguenza di una difficoltà comunicativa nella coppia, o ancora se la relazione diventa teatro di conflittualità o estraneità, diventerà certamentedifficile aprirsi a uno scambio così intimo come quello sessuale.
Un sentimento, al contrario, capace di mettersi in discussione e accogliere il valore del dubbio e il significato della crisi, volto ad una sincerità comunicativa imprescindibile saprà vivere, anche, di rapporti sessuali autentici. Di entusiasmo che trova risposta in un’intimità che ne imita l’energia e la voglia propulsiva.
Se due partner si trovano a vivere un momento di crisi, è il momento di fermarsi ad ascoltare, capire cosa accade fino in fondo, quali pensieri ed emozioni emergono dal confronto interiore e con l’altro, dando quindi un senso al proprio vissuto.Umanizzare il rapporto significa anzitutto comunicare con il partner, farsi vedere e lasciarsi guardare nella propria verità, comprendere i suoi bisogni, esprimendo allo stesso tempo i propri.
Laddove la conflittualità è troppo accesa, il rapporto da solonon ha gli strumenti per farvi fronte. Occorre allora saper chiedere l’aiuto di un terapeuta della coppia, che possa aiutare i partners ad approfondire le motivazioni che hanno portato alla rottura, il ruolo che ciascuno ha avuto nel determinare la situazione attuale e per capire se e come sia possibile aiutare la coppia a rilanciarsi verso la ripresa di una relazione sana e autentica, che riporti benessere sia nella propria vita individuale sia nella relazione stessa, o lasciare che la separazione dall’altro abbia finalmente avvio, apportando un nuovo significato esistenziale positivo, tutto da esplorare.
Maria Arancio
Tirocinante di Psicologia
presso lo Studio Burdi
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