La favola del topolino esploratore e il coniglio del vuoto
La favola del
topolino esploratore e il coniglio del vuoto
C’era una volta un topolino bianco che aveva vissuto tutta la vita rinchiuso nella sua tana. Il topolino sognava di poter fuggire e diventare un esploratore e quando finalmente riuscì ad uscire egli era affamato di esperienze.
Passava di lì un coniglio blu che si mostrò subito disponibile a dargli una mano.
I due ebbero tante avventure insieme: viaggiavano per il mondo e quando vedevano qualcosa di interessante il topolino si inseriva nei pertugi più stretti per recuperare oggetti e leccornie per il suo nuovo amico.
Quando però capitava che il topolino non riuscisse a recuperare l’oggetto del desiderio del coniglio, questo si arrabbiava e metteva il broncio dicendo: “tu non sei un vero amico, non mi vuoi bene”.
Allora il topolino sentendosi in colpa si rimboccava le maniche e cercava di accontentare in eccesso il suo “amico”.
Così facendo però le richieste del conuglio divennero sempre più egoiste, non gli bastava più un seme, una bacca o una foglia particolare, voleva una carota intera, un cappello e una tana calda. Il pelo del topolino da candido divenne grigio e spento, l’entusiasmo e la gioia per essere finalmente uscito dalla tana iniziarono pian piano a svanire, vi si sostituì un vuoto in cui l’unica cosa che si scorgeva erano le catene che il coniglio aveva lì posto.
Il topolino voleva liberarsene ma allo stesso tempo non voleva perché non avrebbe avuto più nessuno a guardarlo come il coniglietto. Venne però il giorno in cui, rispecchiandosi in uno stagno, il topolino vide com’era diventato e come accanto a sé l’altro non c’era. Prese tutta la sua energia, spezzò le catene, lasciò un messaggio nella notte e sparì.
Vani furono i tentativi del coniglio di riappropriarsi del topolino, questo era ormai lontano, correva libero, candido, pronto a conoscere il mondo per davvero.
Domenico De Palma
[Il secondo racconto è ancora in fase di stesura, o meglio di esser vissuto]
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